la mantide

Osservando tra la vegetazione del giardino di casa ho scovato questi 2 esemplari di mantide religiosa. Uno di colore verde, l’altro beige. Non essendo molto pratico di macrofotografia, alcune foto sono un po’ sfuocate o con difetti. La macchina è una Canon EOS 300D con ottica 18/55 1:3.5-5.6 standard.

20 giugno 2006

Queste foto sono state scattate nel tardo pomeriggio. I due esemplari avevano una lunghezza di circa 25mm e si trovavano a circa un metro di distanza l’uno dall’altro. A parte l’assenza delle ali, queste due mantidi assomigliano in tutto agli esemplari adulti, esse però non si muovevano “camminando”, ma saltando da un filo d’erba all’altro. Inoltre la parte posteriore del corpo si muoveva con fare tipico delle larve.

10 luglio 2006

Ho individuato l’esemplare verde mentre annaffiavo il pino mugo in giardino. Sembra che la mantide abbia trovato riparo tra i suoi aghi. Disturbata dall’acqua improvvisa, si aggrappa saltando tra i rami per “riemergere”. E’ lunga circa 4,5 cm e non ha ancora le ali. La parte posteriore del corpo si muove ancora come un verme. Le foto sono state fatte con il flash (e si vede).

15 luglio 2006      ho messo una mosca tramortita  nel suo raggio d’azione, ecco il risultato...

2 agosto:   a due settimane dall’ultimo “avvistamento” è ricomparsa dotata di ali. Nel suo piccolo è elegantissima e maestosa.

particolare degli aculei sulle zampe raptatorie

A furia di osservarla a lungo in giardino, mi sono appassionato a questo animale ed ho recuperato alcune informazioni.
Il suo nome innanzitutto deriva dalla posizione delle zampe raptatorie, che sembrano delle mani giunte in preghiera. La parte superiore delle zampe raptatorie è costellata da 2 file di aculei che hanno lo scopo di trattenere la preda.
La mantide religiosa è diffusa nei paesi più caldi, in Europa inizia ad essere rara già in Germania, dove infatti è considerata come specie protetta.

Un esemplare adulto può arrivare a 10 cm di lunghezza. Il colore più diffuso degli esemplari che ho visto dalle nostre parti va dal beige al verde vivo, che permette a questi insetti di mimetizzarsi alla perfezione tra i fili d'erba o nella vegetazione.
E' un insetto cacciatore, ed attende immobile l'arrivo della preda. Una volta individuata, con un rapidissimo movimento "a molla" delle zampe raptatorie, cattura la preda che si ritrova in un batter d'occhio (decimi di secondo) proprio davanti alla bocca della mantide, fornita di due poderose mandibole. Il capo è completamente mobile e i grandi occhi sporgenti sono molto espressivi e sembra che ti guardino. A causa della sua voracità e della potenza, essa non esita a mangiare i suoi simili o addirittura insetti più grossi, o anche piccole lucertole.  

5 settembre    la mantide si è spostata sul lato della casa verso ovest, dove è accatastata la legna per l’inverno. Ha assunto una colorazione più scura e le sue dimensioni sono di circa 10 cm. Queste foto sono state scattate sempre con la Canon EOS 300D, ma con obiettivo Sigma 70-300mm DG MACRO.

In molti la conoscono soprattutto per l'abitudine della femmina a divorare il partner al termine dell'accoppiamento.
Questo comportamento è da attribuire al grande bisogno di proteine necessarie per la deposizione delle uova. Ogni femmina depone circa 100-200 uova alla fine dell'estate e le uova si schiudono in primavera. Da subito i "piccoli" assomigliano egli esemplari adulti, a parte le dimensioni e l'assenza delle ali. E da subito si spandono su una vasta area, in modo da limitare il contatto tra "fratelli" e conseguenti episodi di cannibalismo. Con le successive mute l'insetto cresce in dimensione e sviluppa l'apparato riproduttivo e le ali. Vedere volare questi insetti è una cosa strana. Le ali sono trasparenti e di forma simile a quella della ali delle farfalle + che delle libellule. A volte se minacciate, le mantidi si ergono dritte estendendo le zampe raptatorie e aprono le ali per intimorire l'attacante.

Fotografare questo animale è molto affascinante e soddisfacente. Gli esemplari adulti restano immobili anche se ci si avvicina parecchio. I giovani invece sono + timorosi e stanno poco fermi: con tempi di scatto lunghi e senza cavalletto è facile sbagliare.

13 settembre:   l’ultimo avvistamento. E’ di nuovo nel lato est del giardino, è in piedi al centro dell’aiuola delle rose, in attesa del passaggio di qualche ignara vittima.

La mantide e le arti marziali.

Forse non tutti sanno che esiste uno stile derivato dal Kung Fu che si chiama appunto "Lo stile della Mantide" (Tang Lang).
Esso fu concepito, messo in pratica ed insegnato da un monaco del famoso monastero cinese di Shaolin circa 4 secoli fa.
La leggenda dice che Wang Long, questo era il nome del monaco, praticava il Kung Fu fin da giovane presso il monastero di Shaolin, ma nonostante la sua dedizione, l'impegno e la disciplina, non riusciva ad eccellere nel combattimento e non riusciva a battere gli altri monaci.
Per perfezionarsi iniziò a viaggiare molto per poter incontrare altri famosi maestri e ricevere nuovi insegnamenti da questi esperti. La sua abilità nel combattimento migliorò parecchio e durante uno di questi pellegrinaggi gli capitò di osservare una mantide religiosa mentre attaccava la sua preda.
Osservò a lungo i suoi movimenti per trarne l'essenza della velocità, della potenza e della precisione.
Dopo lunghi mesi di studio e pratica, egli ideò un nuovo stile unendo le caratteristiche del movimento della mantide con le caratteristiche migliori di tutti gli altri stili di sua conoscenza.
Nonostante questo il monaco notò che, a fronte di una rapidità impressionante dei movimenti delle braccia, c'era una lentezza nei movimenti delle gambe che penalizzava lo stile nella sua globalità. Fu così che, dopo avere osservato delle scimmie mentre giocavano, egli combinò i movimenti degli arti inferiori delle scimmie a quelli degli arti superiori della mantide completando così la definizione del nuovo stile.
Al monastero di Shaolin accolsero con stupore il nuovo stile caratterizzato dalla rapidità e dalla potenza di esecuzione.
Wang Long insegnò per un periodo agli altri monaci lo stile della Mantide, e poi iniziò un pellegrinaggio per diffondere il più possibile lo stile da lui creato, che ancora ai giorni nostri viene insegnato e praticato in tutto il mondo.

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